lunedì 13 marzo 2017

Altra recensione per #DirtySunday, grazie a Metal Hammer Italia.

http://www.metalhammer.it/recensioni/2017/03/11/rainbow-bridge-dirty-sunday/
Una decina d’anni passata sui palchi di mezza Italia a reinterpretare in chiave personalissima il verbo di Jimi Hendrix e un album, ‘James And The Devil’ contenete la rilettura degli standard del chitarrista mancino di Seattle sono serviti ai pugliesi Rainbow Bridge per giungere all’agognato disco di inediti. Più che una mossa calcolata, ‘Dirty Sunday’ appare lo sfogo naturale di un’esigenza creativa maturata negli anni. Un raptus domenicale, come lascia presagire il titolo, che ha partorito cinque tracce (‘Dusty’, ‘Dirty Sunday’, ‘Maharishi Suite’, ‘Hot Wheels’ e ‘Rainbow Bridge’) di rock incandescente come la sabbia estiva e pesante come un tradizionale pranzo di un giorno festivo pugliese. Se lo spirito di Hendrix aleggia necessariamente sul lavoro dei dei tre, i riferimenti più vicini sono altri: Blue Cheer, Ten Years After, Cactus e Cream. Il blues appesantito dei nostri è un macigno che rotola liberamente, percorrendo una rotta non prestabilita, trascinando con se tutto ciò che incontra sulla strada: la chitarra di Giuseppe Piazzola indica la via, la sezione ritmica – Paolo Ormas alla batteria e Fabio Chiarazzo al basso – macina il terreno. ‘Dirty Sunday’ è un Ep da ascoltare tutto d’un fiato, soprattutto se siete amanti dei suoni vintage o dello stoner rock strumentale.

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